Calcolosi Urinaria
La calcolosi urinaria (urolitiasi) è la formazione di
calcoli nell´apparato urinario. I calcoli sono degli
aggregati cristallini che precipitano e si accrescono nelle
urine. La calcolosi urinaria è una malattia molto
antica (sono state trovate tracce di calcoli urinari in
antiche mummie egiziane di 7000 anni fa). Il problema del
trattamento dei calcoli è altrettanto antico.
Dall´uso medievale della pianta sassifraga cotta nel
vino, alla moderna litotrissia extracorporea con onde
d´urto, l´eliminazione dei calcoli urinari ha
sempre afflitto l´umanità. I calcoli urinari
sono costituiti da un´ aggregazione di cristalli
normalmente disciolti nelle urine. Le urine sono una
soluzione complessa di numerose sostanze. Le principali
ipotesi sulla formazione dei calcoli sono le
seguenti.
Sovrasaturazione: una eccessiva concentrazione di
cristalli porta alla loro precipitazione (il fenomeno
può essere facilmente osservato aggiungendo sale da
cucina ad un contenitore pieno d´acqua: oltre una certa
quantità di sale, esso non si scioglie più, ma
precipita). Le urine possono divenire sovrasature dopo i
pasti, per incremento soprattutto di calcio ed ossalato, e
durante la notte, quando l´assenza di assunzione di
liquidi porta ad una diminuzione della produzione di urine.
Molti calcoli probabilmente si formano durante il
sonno.
Inibitori: nonostante una sovrasaturazione di
cristalli, in alcuni pazienti non si osserva la formazione di
calcoli. Ciò è dovuto alla presenza nelle
urine di sostanze naturali che inibiscono l´
aggregazione dei cristalli, come alcune proteine, il magnesio
ed il citrato. Alcune di queste sostanze sono usate nella
terapia della calcolosi. C´è evidenza di una
riduzione di tali sostanze in alcuni pazienti che formano
calcoli.
Ritenzione di cristalli: è normale trovare
dei cristalli nelle urine di molti soggetti normali, ma solo
il 10% della popolazione sviluppa calcoli. Fattari anatomici
e biochimici possono favorire l´adesione di piccoli
cristalli alla mucosa delle vie urinarie.
Matrice: La matrice è una sostanza organica
amorfa, costituita da una mucoproteina, che è presente
in quantità variabile nei calcoli. è tuttora
discusso se il suo ruolo nella formazione dei calcoli sia
principale o secondario.
Il calcolo è solitamente costituito da diversi
strati, che in sezione assumono un aspetto simile a quello
dell´accrescimento concentrico della corteccia di un
albero.
La maggior parte dei calcoli (70-90%) contiene calcio in
associazione con ossalato, fosfato o carbonato. I calcoli di
struvite costituiscono il 15-20%, e sono di solito associati
ad infezione e al sesso femminile. I calcoli di acido urico
(5-10%) sono associati ad iperuricemia; questi calcoli hanno
la caratteristica di essere radiotrasparenti (non si vedono
cioè con le comuni radiografie a vuoto) e spesso
rispondono alla terapia medica. I calcoli di cistina
costituiscono poco più del 1% e sono dovuti ad un
difetto metabolico congenito.
L´ incidenza della calcolosi urinaria é in
aumento negli ultimi 20 anni. La calcolosi vescicale, nei
secoli scorsi dominante, è attualmente in declino nei
paesi occidentali, e resta prevalente in paesi non
industrializzati. La calcolosi renale è invece la
più frequente nei paesi avanzati.
La probabilità´ di essere affetti da calcolosi
nel corso della vita varia tra il 2,5% ed il 10%. Circa il
20% dei pazienti con calcoli devono essere ospedalizzati.
Ogni anno 1-3 pazienti maschili su 1000 e 4 pazienti
femminili su 10.000 richiedono il ricovero.
La prima diagnosi avviene prevalentemente tra 20 e i 50
anni. Dopo un primo episodio, la calcolosi tende a recidivare
nel 75% dei casi. Un paziente con un pregresso episodio di
calcolosi urinaria deve essere sottoposto ad accertamenti
periodici, per l´elevato rischio di riformazione di un
calcolo.
Esistono differenze geografiche e di dieta nella frequenza
della calcolosi urinaria nelle varie popolazioni. Quali sono
i fattori di rischio della calcolosi urinaria?
*Una dieta ricca di proteine animali e povera di fibre
vegetali, quali quelle occidentali.
*Un alto consumo di sale (altra caratteristica della nostra
cucina, che peraltro aumenta il rischio di ipertensione
arteriosa).
*Una bassa introduzione di liquidi, con una sudorazione
abbondante, che comportano il rischio di disidratazione e di
eccessiva concentrazione delle urine.
*Sembra inoltre che il consumo di bevande gassate zuccherate
possa incrementare il rischio di calcolosi.
Contrariamente a quanto si crede comunemente, un aumentato
apporto di calcio con la dieta (latticini, acque ricche di
calcio) non solo non aumenta il rischio di calcolosi, ma al
contrario sembra diminuirlo.
Numerose malattie possono essere associate alla calcolosi
urinaria: alcune sono delle rare malattie metaboliche
congenite, quali l´acidosi tubulare renale, la
cistinuria, l´iperossaluria primaria, il rene a spugna
midollare. Una iperfunzione delle ghiandole paratiroidi o
della tiroide, la sarcoidosi, alcuni tumori, in particolare
le malattie mieloproliferative, la gotta, sono tutte malattie
ad aumentato rischio di calcolosi.
La maggioranza delle calcolosi (70%) tuttavia è
dovuta alla formazione di calcoli contenenti calcio senza una
causa apparente, con concentrazione urinaria di calcio
aumentata o normale.
Il 15-20% della calcolosi urinaria è di natura
infettiva, in quanto i batteri alterano le caratteristiche
chimiche urinarie, modificando in particolare
l´acidità´ delle urine.
Un aumentato rischio è inoltre presente nell´
immobilità, nella ostruzione delle vie urinarie, nelle
derivazioni chirurgiche delle vie urinarie, e con l´uso
di alcuni farmaci.
Sintomi
Un calcolo provoca sintomi diversi a seconda della sede in
cui si trova. Un calcolo renale che non provochi ostacolo al
passaggio delle urine, puo´ essere del tutto
asintomatico o manifestarsi con una lieve dolenzia sorda in
sede lombare. Si ha la colica renale quando il calcolo va a
posizionarsi in un punto del rene o dell´ uretere in
cui provoca ostacolo al passaggo delle urine, con distensione
delle vie escretrici urinarie a monte. Questo puo´
accadere in circa il 40-50% dei pazienti con calcolosi.. Il
dolore della colica e´ forte, intermittente, in sede
lombare o al fianco. Puo´ essere accompagnato da nausea
e vomito. Quando il calcolo si impegna nell´ uretere il
dolore puo´ irradiarsi in avanti e verso il basso, fino
allo scroto o alle grandi labbra. Quando il calcolo giunge in
prossimita´ della vescica, puo´ provocare
frequenza ed urgenza minzionale. In circa il 40% dei casi si
puo´ avere ematuria (emissione di urine con sangue). Se
la calcolosi e´ complicata da un´infezione
urinaria si possono avere febbre e brivido.
E´ importante ricordare che a volte l´ostruzione
provocata dal calcolo e´ parziale, per cui il paziente
non avverte sintomi, tuttavia l´ostacolo a lungo
termine puo´ provocare gravi danni renali. E´
fondamentale che un paziente che ha avuto episodi di
calcolosi o sappia di essere portatore di un calcolo
urinario, esegua dei controlli periodici.
L´ecografia renale e vescicale è di solito il
primo approccio alla calcolosi urinaria.
L´ ecografia è un esame non invasivo, nè
doloroso, effettuato mediante una sonda che emette
ultrasuoni. L´esame visualizza il rene,
l´eventuale presenza di calcoli, ed il grado di
distensione (idronefrosi)
delle cavita´ renali per l´ostacolo al deflusso
urinario. L´ecografia vescicale può a volte
individuare calcoli dell´ultimo tratto
dell´uretere. Tuttavia l´uretere, che è un
sottile condotto che decorre dietro l´intestino,
è difficilmente studiabile con la metodica.
La radiografia a vuoto dell´ addome consente di
individuare calcificazioni che si proiettano sull´
ombra renale o lungo il presunto decorso dell´ uretere.
Oltre l´ 80% dei calcoli urinari sono radiopachi e
dunque visibili con questo esame.
Per decenni l´ esame principale per lo studio della
calcolosi è stato l´urografia, che viene
effettuata mediante iniezione endovenosa di mezzo di
contrasto iodato. Sono controindicazoni all´esame
urografico l´allergia al mezzo di contrasto iodato e
l´ insufficienza renale grave. L´urografia
consente la visualizzazione anatomica di tutte le vie
escretrici urinarie e la precisa posizione e dimensione dei
calcoli. Calcoli di acido urico, di struvite e di cistina
possono essere completamente radiotrasparenti (non visibili
ai raggi) e vengono pertanto individuati come difetti di
riempimento (immagini lacunari) lungo le vie urinarie.
Tuttavia da alcuni anni all´urografia si va
sostituendo la TAC. L´esame consente una maggiore
definizione d´immagine, una ricostruzione
tridimensionale delle vie urinarie, e può essere
utilizzato anche senza mezzo di contrasto, con bassa
somministrazione di radiazioni
Trattamento della Calcolosi
Lo scopo della terapia medica e´ quello di prevenire
la formazione di nuovi calcoli e l´accrescimento dei
precedenti. Solo in casi selezionati la terapia medica
e´ in grado di eliminare calcoli gia´ esistenti.
Nei pazienti con calcolosi di acido urico, in cui il calcolo
non contiene calcio (facilmente diagnosticabili perchè
radiotrasparenti, ovvero non visibili con la radiografia a
vuoto), è possibile trattare efficacemente i calcoli
con alcalinizzazione delle urine. Le urine sono normalmente
acide; modificando il pH (il grado di acidità)
urinario, è possibile provocare la dissoluzione dei
calcoli di acido urico. Questo si ottiene con la
somministrazione di sostanze alcalinizzanti le urine (la
più comune è il bicarbonato di sodio, ma
è controindicato in pazienti ipertesi), in modo da
mantenere la urine a pH 6,5-7, per 3-6 mesi. Alla terapia si
associa allopurinolo, che diminuisce l´uricemia. Nei
casi di calcolosi contenente calcio, può essere utile
per la prevenzione la somministrazione di citrato di
potassio. In pazienti con aumento della concentrazione di
calcio nelle urine, l´uso di diuretici tiazidici si
è mostrato efficace per la prevenzione. In ogni caso,
l´aumento di apporto idrico è parte essenziale
della prevenzione dell´urolitiasi.
Calcoli renali, anche di grandi dimensioni, possono essere
asintomatici finchè non causano ostacolo al passaggio
delle urine, o manifestarsi con occasionale presenza di
sangue nelle urine o un senso di peso sordo al fianco.
Una volta che il calcolo si manifesta con una colica renale,
il primo trattamento è quello del dolore acuto. Sono
utili al riguardo antidolorifici come gli anti-infiammatori
non steroidei, mentre è discusso il ruolo degli
antispastici.
Se si associa temperatura febbrile, è utile
l´uso di antibiotici (in genere chinolonici o
cefalosporine).
A seconda della sede e delle dimensioni il calcolo spesso
può essere espulso spontaneamente, con terapia
antalgica al bisogno e aumentato apporto idrico.
La colica renale è di solita dovuta all´impegno
di un calcolo lungo l´uretere, il condotto che porta le
urine dal rene in vescica. Essendo l´uretere di calibro
ridotto, è facile che un calcolo, anche di piccole
dimensioni, possa ostruire il passaggio dele urine.
Di solito le probabilità di espulsione spontanea
varia con il diametro del calcolo:
< 4 mm 93%
4-6 mm 50%
7 mm 35%
>8 mm 0-5%
Se un calcolo dell´uretere non viene espulso entro 2-3
settimane dalla diagnosi, la possibilità di espulsione
spontanea diminuisce drasticamente. Farmaci di solito usati
nel´iperplasia prostatica, come la tamsulosina, si sono
mostrati efficaci nel favorire l´espulsione di calcoli
per l´azione di rilasciamento sulla muscolatura del
terzo distale dell´uretere
Un calcolo dell´uretere deve essere trattato se:
E´ presente una grave dilatazione renale
Non viene espulso spontaneamente entro 2-3 settimane
E´ presente febbre che non risponde agli antibiotici
I dolori non rispondono agli antalgici
Le dimensioni sono tali da rendere improbabile
l´espulsione spontanea.
Nel paziente monorene o nell´ostacolo ureterale
bilaterale da calcoli
Nel caso di dilatazione renale con infezione urinaria e
febbre, è bene drenare le urine prima di procedere al
trattamento del calcolo. Le urine che ristagnano nel rene
possono essere drenate mediante un catetere ureterico o una
nefrostomia percutanea.
Il catetere ureterico viene introdotto mediante una fibra
ottica attraverso le comuni vie urinarie, mediante una
cistoscopia; di solito si utilizza un doppio J (così
chiamato perchè dotato di due riccioli ai due estremi,
uno nel rene e l´altro in vescica, che ne impediscono
la dislocazione). Le urine superano così il calcolo
all´interno del piccolo catetere o lungo la parete
esterna. Il catetere ureterico è completamente
interno, e crea un by-pass tra il rene e la vescica. In
alternativa, le urine possono essere drenate d´urgenza
mediante il posizionamento temporaneo di un piccolo tubo
attraverso il fianco, che giunge direttamente al rene e viene
fissato poi alla cute, la nefrostomia percutanea. Le urine
escono all´esterno e vengono raccolte in una apposita
busta per urine.
Il trattamento del calcolo urinario può essere
effettuato con diverse tecniche.
Il metodo meno invasivo è la litotrissia
extracorporea ad onde d´urto (SWL, Shock Wave
Lithotripsy). Si tratta di una serie di onde d´urto che
vengono generate all´esterno del corpo da un
macchinario, e trasmesse attraverso il corpo mediante una
vasca ad immersione o una membrana applicata al fianco. Le
onde vengono collimate sul calcolo mediante un sistema di
puntamento radiologico e/o ecografico. A seconda delle
dimensioni e della sede del calcolo, possono esere necessarie
più sessioni per la frammentazione completa del
calcolo. Il calcolo non viene disintegrato, ma ridotto in
frammenti minori, che per le loro dimensioni ridotte riescono
ad essere espulsi spontaneamente attraverso le vie urinarie
I limiti della metodica possono essere strutturali (calcoli
molto duri non riescono ad essere frammentati), di dimensione
(calcoli superiori a 20-25 mm sono considerati troppo
grandi), o di sede (calcoli del tratto di uretere che si
proietta sul sacro non sono puntabili). Nei calcoli del
calice inferiore del rene, per la loro posizione, il successo
della procedura non supera il 50-60%; negli altri calcoli la
percentuale di successo è attorno all´80-90%.
Sebbene il rischio di ematoma renale sia basso, è
aumentato in pazienti ipertesi. Pazienti con disturbi della
coagulazione non dovrebbero essere sottoposti ad SWL.
Alcuni autori hanno riportato un aumentato rischio di
insorgenza di ipertensione ex novo dopo SWL, ma i dati sono
contrastanti. Recentemente è stata ipotizzata la
possibilità che la litotrissia ad onde d´urto
possa favorire l´insorgenza di diabete.
Quando i calcoli sono localizzati nel rene, e sono troppo
voluminosi per la litotrissia ad onde d´urto, la
tecnica di elezione è la litotrissia percutanea. Con
paziente in posizione prona, vengono punte le cavità
renali attraverso l fianco, e si introduce uno strumento a
fibre ottiche, con cui si arriva direttamente sul calcolo.
Il calcolo viene disgregato sotto visione con energia
meccanica, ultrasuoni o Laser. I frammenti vengono asportati
direttamente attraverso lo strumento. La procedura richiede
anestesia generale. Il successo supera il 90%. Le
complicanze, sebbene rare, possono includere il sanguinamento
del tessuto renale.
Ureteroscopia.
I calcoli incuneati nell´uretere possonoessere trattati anche per via endoscopica (ureteroscopia). Si risale attraverso l´uretra e la vescica nell´uretere, mediante un sottile strumento a fibre ottiche, di circa 3 mm di diametro. Si giunge sul calcolo, che può essere frammentato mediante le stesse forme di energia utilizzabili per la litotrissia percutanea. In genere il paziente può essere dimesso dopo 24 ore. La procedura è efficace nell´85-95% dei casi.
La ureteroscopia flessibile consente di entrare con uno
strumento a fibre ottiche nelle cavità renali. Lo
strumento può essere direzionato in modo da esplorare
il rene e frammentare con il Laser i calcoli intrarenali.
La chirurgia a cielo aperto della calcolosi urinaria oggi
trova applicazione solamente nel 2-3% dei casi. E´
riservata a pazienti con calcolosi a stampo, coralliforme,
che riempe tutte le vie escretici del rene, oppure di
pazienti in cui per motivi anatomici o clinici non è
possibile eseguire la SWL o l´ureteroscopia. Per
calcoli "difficili" dell´uretere,
si può proporre un approccio laparoscopico.
La calcolosi vescicale è più rara e si associa
di solito ad un ristagno delle urine in vescica (dovuto ad un
ostacolo minzionale, come l´iperplasia prostatica o una
stenosi (restringimento) del canale uretrale, e/o ad
infezione urinaria. Il trattamento del calcolo può
essere endoscopico, mediante uno strumento a fibre ottiche
che inserito attraverso l´uretra consente la
frammentazione del calcolo. Per calcoli di dimensioni molto
grandi può essere necessaria la rimozione attraverso
una incisione chirurgica.